Andiamo avanti nel viaggio all’interno del settore giovanile della Fermana per conoscere come le nostre formazioni giovanili hanno affrontato i problemi organizzativi e lo stop legato alla pandemia. Dopo aver raccontato la stagione di Under 17, Under 16 e Under 15 è ora la volta di raccontare la stagione dell’Under 14 affidata ad un fermano doc come Roberto Federini. Una scelta nel segno della continuità per il tecnico fermano che lo scorso anno guidava l’Under 13 e che ha potuto continuare a guidare in pratica lo stesso gruppo.
Allenamenti al Firmum Village e a Capodarco per i suoi ragazzi.

Mister, che stagione state vivendo lei e i suoi ragazzi?
“Beh, senza dubbio una stagione veramente diversa dal solito e molto complicata per tutto quello che stiamo vivendo. In pratica da un anno e mezzo manca completamente il confronto tecnico con gli avversari ed è questa la principale mancanza per i ragazzi. Manca il confronto che è da sempre motivo di crescita e di sviluppo soprattutto in questa età”.


Le gare e le sfide cosa portano in più al lavoro quotidiano?
Molto, soprattutto sono un termometro fondamentale per valutare lo stato di maturazione dei ragazzi. Il confronto ti permette di andare a vedere se il lavoro svolto quotidianamente sta portando i suoi frutti, al di la di quello che possa essere il risultato in sé. La gara è determinante ma mancando la possibilità di confrontarsi è chiaro che il tutto diventa molto più complicato”.

Come si riesce a tenere alta l’attenzione in un momento come questo?
“E’ chiaro che serve in ogni momento cercare di stimolare l’attenzione dei ragazzi, la loro voglia di dare il massimo in ogni momento. Ma questo compito non è stato affatto complicato. Il calcio e gli allenamenti per i ragazzi era una delle poche valvole di sfogo in questo periodo, l’applicazione e l’impegno non sono mai mancati.

 

Quali sono state tecnicamente le difficoltà affrontate dai ragazzi?
Diciamo diverse, dalla mancata possibilità ad esempio di fare le docce al campo o al distanziamento da tenere in campo soprattutto nei primi mesi di ritorno all’attività. Non è stato facile ma hanno risposto veramente molto bene sia in campo che anche fuori, considerando che non ci sono stati casi covid nel gruppo vuol dire che hanno tenuto un comportamento eccellente sia in gruppo che fuori”.

 

Un anno complicatissimo: ritiene che sia stato comunque formativo o che alla fine ai ragazzi lascerà un vuoto?
“Entrambe le situazioni e spiego subito il motivo. Indubbiamente un anno e mezzo senza competizioni e senza confronto significa che calcisticamente si un anno perso nella loro “storia” calcistica e questo nessuno potrà ridarglielo. Dall’altro lato però va considerato un anno molto importante di maturazione e presa di coscienza. Hanno saputo affrontare le difficoltà, i divieti e soprattutto tutte le restrizioni nel migliore dei modi. Quando ad ottobre abbiamo ricominciato ma c’è stata una nuovo peggioramento della situazione li ho visti anche impauriti ed è normale ma da li hanno saputo affrontare una situazione molto più grande di loro da ragazzi maturi. Questo mi rende orgoglioso di loro”.

 

Concludiamo parlando proprio della squadra: che gruppo hai a disposizione?
“I ragazzi lo conoscevo molto bene perché li avevo già guidati nell’Under 13 dello scorso anno e dunque è un percorso che continuiamo insieme. I ragazzi sono cresciuti molto da quando abbiamo iniziato e sono orgoglioso di questo, hanno anche ampi margini di miglioramento. Su tutti penso che debbano crescere fisicamente ma in questa fascia di età è una situazione normale e c’è assolutamente tempo. Per il momento è importante che lavorino molto tecnicamente e che continuino ad applicarsi così. In questo sono veramente bravi e sono soddisfatto di loro”.

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